Si dimostrò una bassa Lega

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Da domani si parlerà di chi è stato sconfitto alle primarie del Partito Democratico. Sarà una giungla di commenti, di previsioni, di dubbi, magari di speranze. Per questo me ne tiro fuori, almeno inizialmente. Ho deciso di anticipare tutti, perché in fondo anche oggi abbiamo una serie di sconfitti. Vale la pena parlarne.

Sono stati 10.000 i votanti alle primarie della Lega Nord, Circa il 60% degli iscritti. Parlare del Carroccio è buffo, si tratta di un movimento quanto mai regionale, territoriale e popolare. Si tratta di cittadini che invasi da chissà quale fobia, cominciarono a pattugliare i quartieri del nord-est, creando più danni che altro. Le famose Ronde, la cui vita è durata da Natale a Santo Stefano. Parlare di Lega significa parlare d’immigrazione, di Bossi-Fini un mese dopo il lutto nazionale per i poveri migranti morti sulla sabbia delle nostre spiagge. Parlare di Lega Nord è sempre stato una contraddizione. Come lo slogan “Roma ladrona” magari detto dalle poltrone di Montecitorio. Come i dazi da imporre ai cinesi e poi si spendono soldi in Albania per la Laurea. Insomma se gli iscritti oggi sono un decimo di 20 anni fa, non dipende solo dal caso.

Ma la Lega era molto di più. Alle politiche del 2008 raggiunse i 3 milioni di voti. E dove sono finiti? Scialacquati dalla cattiva gestione di un partito? In parte si, in parte confluiti in altri schieramenti, in parte inespressi.

 E così mentre siamo tutti pronti a sparare sulla croce rossa (Renzi) ammettiamo il fallimento di un populismo di destra, nato sotto riti pagani, nato per il territorio e finito oltre. 

Questo voto segna la fine di un libro per quei cittadini sicuramente legati ai temi della sicurezza, della meritocrazia, del federalismo fiscale, sociale e culturale. Tutti temi disattesi da un partito che pur conta ancora su molti Comuni e importanti Regioni. Ciò non toglie che gli errori sono stati grossi e tornare indietro a livello nazionale sembra quasi impossibile.

I primi sconfitti sono ancora una volta i cittadini. Questa volta a destra. Un primato che qualcuno, da domani, rimetterà sugli elettori del Pd.